Anche in Madagascar si gioca a calcio. E accadono cose incredibili. Come l'esito della partita fra Stade Olympique de l'Emyrne e AS Adema. Ripetute decisioni discutibili da parte dell'arbitro, rendevano impossibile il tentativo di vittoria della Stade Olympique. Una vittoria preziosa perchè avrebbe significato l'aggancio in classifica a due giornate dalla conclusione del campionato.
Così, dopo l'ennesimo fischio a sfavore e mentre la partita volgeva al termine, l'allenatore della Stade Olympique (tale Ratsimandresy Ratsarazaka) ha aizzato i giocatori spingendoli ad una clamorosa protesta: segnare quanti più autogol possibile entro la fine del match.
Risultato: 149-0, una valanga di autogol messi a segno con la complicità del portiere che rimaneva fermo o si buttava dall'altra parte. Gli avversari dell'Adema stavano a guardare, pietrificati dalla scena assurda che si trovavano di fronte agli occhi.
Il fischio finale è arrivato in un'atmosfera da rivolta popolare, con il pubblico inferocito e i tifosi della Stade Olympique che inseguivano l'arbitro fino a fuori dallo stadio africano. La federazione calcistica del Madagascar non ha gradito affatto l'atto di protesta della Stade Olympique.
La gara, valida per i Giochi delle Isole dell'Oceano Indiano, era stata giocata il 31 ottobre scorso.
Il presidente federale Jacques Benony ha fermato il coach Zaka Be per tre anni, il portiere Mamisoa Razafindrakoto (che è anche il capitano della nazionale) e i giocatori Nicolas Rakotoarimanana e Dominique Rakotonandrasanafino alla fine della stagione.
Tutti gli altri sono stati diffidati dal compiere simili gesti, mentre l'arbitro non è stato punito.
(Da
Tiscali notizie del 24 marzo 2004)